galleria MENZIONATI

MENZIONATI

MOTIVAZIONE

Le fotografie di Fabio Oggero restituiscono sapientemente nei toni del bianco e del nero l’iconicità dell’area ex CAI Cementi Alta Italia di Casale Monferrato, in una metafisica spettrale che ancora oggi è possibile riscontrare nei numerosissimi siti monferrini collegati sia all’estrazione della marna sia all’industria del cemento. 

Fabio Oggero

L’area EX CAI – Cementi alta Italia a Casale Monferrato (AL)

Lo stabilimento ex CAI – Cementi Alta Italia è testimonianza della peculiare e florida industria del cemento a Casale Monferrato dalla seconda metà dell’Ottocento. Il complesso produttivo sorge nel borgo Ronzone, un’area periurbana situata ai piedi del versante collinare che declina verso il corso del fiume Po e del canale Lanza. Lo stabilimento viene costruito su iniziativa della ditta Fratelli Palli e Caroni negli anni Venti del Novecento. Il progetto di riqualificazione dell’area ex Cementi Alta Italia, avviato nel 2018, si inserisce in un quadro di riuso e la rinaturalizzazione delle aree industriali dismesse del quartiere, intraprese in particolare dall’Amministrazione comunale.

MOTIVAZIONE

Lo sguardo di Francisco José Rodríguez Marin si concentra su dettagli: l’antica produzione viene colta attraverso la geometria di ingranaggi e utensili, il lavoro collettivo è evocato da una scarpa e dalle parole di un cartello. Ne esce un viaggio di scoperta segnato dalla vicinanza, di obiettivo e di pensiero, alle cose presenti e alla vita passata.

Francisco Jose Rodríguez Marín

Memoirs of a mill

Ingenio Nuestra Señora del Pilar, Motril (Granada, España)- 2021

During the second half of the 19th century and the first half of the 20th, Malaga and Granada were an emporium of the cane sugar industry, which was grown in its coastal areas. Today this crop has disappeared and the 37 sugar factories have succumbed or are in ruins. In Motril, the Nuestra Señora del Pilar mill remains, which preserves all its machinery intact, awaiting its restoration to be converted into a museum.

Until that time comes, the machines, once dynamic and noisy, seem to be asleep in a decades-long sleep. The place, not without its magical appeal, in turn exudes nostalgia for the workers who once passed through and gave life to this place. Details, remains of clothing and footwear remain in the most unexpected corners, reminding us that this lonely place gave life and sustenance to a city whose economy relied on sugar.

It is time to look at this present past with different eyes. With another sensitivity. Realize the geometry that suggests their old machines and that is another form of beauty. The machines speak to us and want to tell us many things. Let’s pay attention to them, they tell us about ourselves.