“Macchinae Oblitae” di Lorenzo Rosa
La macchina, affermava a metà del secolo scorso il filosofo Pierre-Maxime Schuhl, “ha mantenuto la sua promessa: essa ha effettivamente accresciuto la potenza dell’uomo, ne ha fatto quasi il padrone e il possessore della natura, ha aumentato il benessere e il livello di vita chiuse”.
Divenute obsolete, le macchine citate da Schuhl sono state poi solo in minima parte preservate a memoria delle future generazioni, più spesso distrutte, a volte dimenticate. Questo progetto si sviluppa su alcuni reperti industriali che hanno contribuito al progresso del nostro Paese. Abbandonati a favore di macchinari più moderni, sono oggi reclamati dalla natura, come riassorbiti nel suo tra virgolette eterno “ciclo di crescita”.
