Il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna è un’istituzione ministeriale che nasce nel 2001 (DM 16 ottobre 2001), frutto di un lavoro incominciato molti anni prima da parte di studiosi e amanti del proprio territorio che intuirono il valore e le potenzialità del grande patrimonio tecnico, scientifico e culturale rappresentato dalla ultra-millenaria epopea mineraria della Sardegna. La norma istitutiva è inserita all’interno della Legge Finanziaria dello Stato L.388/2000 e individua quale soggetto gestore un Consorzio assimilabile agli Enti e istituti di ricerca di cui alla L.168/89 e non utilizza la legge quadro sulle aree protette n.394/91. Inoltre, stabilisce una dotazione finanziaria fissa per la sua gestione. Nel 2004 il Consorzio del Parco ha adottato il suo primo Statuto.
Nell’autunno del 1997, l’assemblea generale dell’UNESCO, con voto unanime dei 170 delegati, riconobbe il Parco Geominerario come primo Parco della nascente rete mondiale dei geositi dell’UNESCO, riconoscimento purtroppo però andato perduto perché il progetto UNESCO della rete mondiale dei geositi non fu più portato avanti per volontà stessa dell’Organizzazione. Nel 1998 l’UNESCO, il Governo Italiano, la Regione Sardegna, le Università sarde e l’EMSa firmarono la Carta di Cagliari, un importante documento con il quale vennero fissati i principi cardine sui quali istituire il Parco e le finalità da perseguire.
Dopo 15 anni dall’istituzione è avvenuta la riforma del Parco col nuovo DM del 8 settembre 2016, in accordo oltre che con i ministeri anche col Governo Regionale e la Comunità del Parco.
Il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna costituisce in ogni caso il primo esempio al mondo di questo genere di parchi ed è anche uno dei parchi nazionali più estesi ed eterogenei d’Italia. Rappresenta un unicum nel Mediterraneo per le sue straordinarie peculiarità geologiche, ambientali e paesaggistiche, alle quali si associano il valore e le potenzialità del grande patrimonio tecnico, scientifico e culturale rappresentato dall’ultra millenaria epopea mineraria della Sardegna.
Nell’Isola è possibile individuare aree di maggiore densità mineraria che nell’insieme raccontano una storia di quasi 9000 anni di sfruttamento di risorse del sottosuolo secondo un’evoluzione cronologica di come questo si è sviluppato nel tempo contrassegnando ben sette periodi principali: 1) preistorico; 2) fenicio-punico; 3) romano; 4) giudicale e pisano; 5) aragonese-spagnolo; 6) piemontese con i Savoia; 7) Moderno.
Il fiorire di tutta questa attività mineraria ha prodotto con sé anche un non indifferente sviluppo tecnologico, che ha visto la realizzazione di nuovi macchinari innovativi e di brevetti, gran parte frutto dell’intelligenza e della perizia dei tecnici che vi lavoravano.
La dismissione pressoché totale di tutto il comparto estrattivo in Sardegna ha lasciato un’importante ed insolita eredità di valori universali, storici ed ambientali altamente peculiari, di documenti ed archivi, infrastrutture, macchinari, fabbricati, capacità professionali, valori umani, tutti all’interno di un contesto di paesaggi naturali veramente straordinari che rappresentano un’identità culturale unica da salvaguardare e da trasmettere.
Il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna costituisce quindi un veicolo di valori universali e uno strumento per proteggere e salvaguardare tutto il patrimonio materiale e immateriale costituito dal contesto geologico, dal patrimonio tecnico-scientifico e dell’ingegneria mineraria, dal patrimonio di archeologia industriale e dal patrimonio documentale delle opere, degli insediamenti, delle tradizioni, dei saperi, degli usi e dei costumi e delle vicende umane legate all’attività mineraria. Il Parco mira alla salvaguardia e alla crescita delle realtà attuali dei diversi territori promuovendo l’economia e il progresso sociale e culturale delle comunità locali garantendo tutto questo vasto patrimonio alle generazioni future.